Collaborare, illuminare, fare comunità

Dal bando Accensione Civica alla piattaforma social del Comune e ritorno

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IN BREVE Cosa: Il bando Accensione Civica sui progetti di collaborazione a Bologna e la rinnovata piattaforma Iperbole Immagine: Archivio Apt – UDP Città d’arte

Accensione Civica è un progetto che nasce per iniziativa del Comune di Bologna, Urban Center Bologna e Enel Sole, coerentemente con “Collaborare è Bologna”, i percorsi partecipati organizzati dal Comune per rigenerare i beni comuni. La notizia, in breve, che riguarda Accensione Civica è che vengono messi a disposizione 10.000 euro, suddivisi in 10 premi da 1.000, che saranno assegnati alle migliori idee in cui “associazioni, comitati e altri soggetti si impegnano insieme attivamente per prendersi cura dei beni comuni materiali, immateriali e digitali”. C’è tempo fino al 31 marzo per partecipare e la proposta va fatta tramite la piattaforma “Comunità” del Comune. I vincitori presenteranno i loro progetti in eventi dedicati, curati insieme all’Urban Center, nelle aree di Bologna in cui Enel Sole sta rinnovando l’illuminazione.

Per chi non avesse dimestichezza con la piattaforma, si tratta di un’evoluzione della rete Iperbole, una sorta di social network gestito dal pubblico invece che dal privato. Questa nuovo aspetto di Iperbole è un esperimento molto interessante perché – come tanti stanno facendo notare – se i social network svolgono una funzione sociale è molto pericoloso lasciarli interamente in mano a privati.

Vero che di progetti “social” ne falliscono ogni anno a bizzeffe (dei quali all’incirca la metà sono disperati tentativi di Google di arginare lo strapotere di Facebook in materia). Ma l’idea del Comune ha una marcia in più rispetto ai tanti concorrenti privati: è, appunto, pubblico. Il che garantisce in primo luogo che si possano fare degli investimenti senza la necessità di guadagnarci. E non solo per il primo anno o due, come per accade per tutte le start-up. Il pubblico può permettersi il lusso di fornire un servizio perché è necessario alla comunità e non perché è remunerativo. Che cosa fantastica. Da un po’ che non si sentiva una cosa del genere.

In secondo luogo, il Comune può in qualche modo costringere le persone a iscriversi al proprio social, come ha fatto cominciando dalle associazioni culturali, ma questo non è detto che serva a granché. Vedi di nuovo Google e il suo Google+: centinaia di migliaia di persone costrette a iscriversi per poter usufruire degli altri servizi Google e un numero ridicolo di interazioni ogni mese, in proporzione. Forse a poter fare la differenza è ricordarsi di essere una piattaforma pubblica: parafrasando Frank Underwood di House of Cards, ancora più che i soldi può il potere (amministrativo). Un primo passetto è stato fatto con l’obbligo per le associazioni culturali a rendere pubblici i propri progetti e fare le proprie dichiarazioni amministrative proprio sul sito del Comune. Andando avanti, arrivano gli investimenti e i bandi accessibili solo tramite quel canale. E qui ritorniamo al punto di partenza, il progetto Accensione Civica.

Per leggere il regolamento, potete cliccare qui.

4 febbraio 2016

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