Van Gogh Alive: a Bologna un’immersione multimediale nelle opere e la vita dell’artista

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La ex chiesa di San Mattia ospita fino al 30 luglio la mostra presentata oggi da Philip Daverio

 

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Cosa: Van Gogh Alive – the experience
Quando: dal 4 maggio al 30 luglio 2017
Dove: Ex chiesa di San Mattia, via Sant’Isaia 14, Bologna
Costo: 14 euro, ridotto 12 euro, ingresso gratuito fino ai 6 anni

di Giuseppe Marino

 

Un’immersione multimediale nell’opera di un uomo che è diventato l’icona stessa dell’essere pittore, Van Gogh Alive – The Experience è a Bologna dal 4 maggio

La ex chiesa di San Mattia ospita fino al 30 luglio la mostra presentata oggi da Philip Daverio

 

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IN BREVE Cosa: Van Gogh Alive – the experience Quando: dal 4 maggio al 30 luglio 2017 Dove: Ex chiesa di San Mattia, via Sant’Isaia 14, Bologna Costo: 14 euro, ridotto 12 euro, ingresso gratuito fino ai 6 anni Info: vangoghbologna.it

 

di Giuseppe Marino

 

vangoghalive-bologna-list01Un’immersione multimediale nell’opera di un uomo che è diventato l’icona stessa dell’essere pittore, Van Gogh Alive – The Experience è a Bologna dal 4 maggio al 30 luglio, ospite della ex chiesa di San Mattia. Secondo una concezione nuova e alternativa della fruizione artistica, non sono presenti i dipinti dell’Olandese, ma una complessa struttura di suoni e immagini. Reduce di una lunga e trionfale esposizione romana, Van Gogh Alive presenta nei 500 mq della chiesa oltre 3.000 immagini che occupano interamente lo spazio, 800 opere proiettate da più di 50 macchine ad alta definizione, scandite e tematizzate da musiche e suoni – non di sottofondo, ma presenti e in primo piano – che spaziano da Satie a Schubert, da Handel a Vivaldi.

Alla presentazione Simone Mazzarelli di Ninetynine, la società organizzatrice, e il critico d’arte Philippe Daverio, quasi a riassumere le due anime dell’operazione. La Ninetynine è infatti una società di marketing, specializzata nel lancio e la presentazione di prodotti, che qui applica all’arte le tecniche e le tecnologie votate al coinvolgimento dello spettatore. Daverio, nel commentare la mostra, dà un “voto buono”, apprezzandone la capacità di trascinare nella visione lo spettatore, a prescindere dalla sua preparazione. Per apprezzare l’arte, un artista, un quadro, sostiene Daverio, l’impatto dev’essere in qualche modo traumatico, deve innescare una reazione virale che, anche da spunti limitati, spinga ad approfondire per altri canali; possibilità che, naturalmente, nell’era digitale non mancano. Se Daverio privilegia il rapporto intenso anche con una sola opera (“per spingere i miei amici a comprendere un’opera li tiravo per le orecchie, mettendogli il volto fino al contatto con il quadro”), trova nell’Experience un impianto adeguato a forzare lo spettatore, a fornirgli un primo intenso impatto con un mondo da cui lasciarsi “infettare”.

Van Gogh Alive è una tipologia di mostra ovviamente differente da quella classica: non si va a ricercare l’opera reale ammirata sui libri, ma si viene inglobati da una sua versione reinterpretata dal linguaggio audiovisivo contemporaneo. Mettersi al centro della ex chiesa di San Mattia significa porsi al centro di una sfera internamente foderata dei quadri, le parole, le immagini di Van Gogh. Anche sul soffitto, anche sul pavimento, le proiezioni si fondono con l’architettura della chiesa della fine del ‘500, in una suggestiva fusione fra antico e moderno. La fruizione è quindi prevalentemente statica: un ciclo narrativo, che ripercorre le opere realizzate tra il 1880 e il 1890, dura circa 45’, durante i quali bisogna muovere lo sguardo per cogliere le diverse immagini, mentre la musica completa il racconto delle diverse fasi biografiche e artistiche. Non è quindi la pennellata, la materialità della vernice che si andrà a notare, ma i dettagli ingigantiti che portano opere famosissime in una dimensione differente. Le diverse proiezioni possono frammentare l’opera, o accostarla ad altre simili per tema e stile, conservando sempre una forte coerenza. Nonostante l’impianto sia vicino ad alcune modalità della videoarte, questo non è mai spiazzante, non ci sono inserti esterni, non c’è interpretazione, ma una presentazione, che in questo senso rispetta il soggetto, e ricalca lo scopo della classica visita al museo, che è quello di mostrare. Ad accentuare alcuni passaggi ci sono anche dei momenti dì animazione interna al quadro, affidate alla tecnologia Sensory 4: si alzano allertati da uno sparo, gli uccelli di Campo di grano con volo di corvi, le stelle ci accolgono in un viaggio siderale nella presentazione di Notte stellata sul Rodano e La Notte Stellata.

L’opera di Van Gogh, vista la diffusione nell’immaginario comune, ha assunto una connotazione straordinariamente pop. La familiarità con le figure porta con sé la possibilità di sentirsi piacevolmente accolti in una bella scenografia, con qualche rischio di distrazione. Ma anche questo, probabilmente, è nelle caratteristiche della proposta. Avvolgente e non ingessata, può essere particolarmente stimolante per i più giovani, abituati da sempre alle trasfigurazioni digitali, e qui portati fra immagini e musiche che s’incontrano in un racconto pervasivo e familiare nei codici.

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4 maggio 2017

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