Fiore Manni esordisce con un fantasy per ragazzi intrigante e serrato

“Jack Bennet e la Chiave di tutte le cose” presentato a Bologna, mentre due scuole vengono premiate con il “Critico in erba”

Cosa: presentazione di Jack Bennet e la Chiave di tutte le cose e recensione del libro Dove: Mondadori Bookstore, via d’Azeglio 14, Bologna Quando: 25 maggio 2018, ore 16.00

A volte si nasce predestinati. Può capitare di scoprirlo leggendo la storia di Fiore Manni, che il 25 maggio esordisce in libreria con Jack Bennet e la Chiave di tutte le cose (Rizzoli), romanzo per ragazzi di genere fantastico. Esordio che Manni festeggia lo stesso 25 maggio, a Bologna, alle ore 16, presso il Mondadori Bookstore di via d’Azeglio 34.

E torniamo alla predestinazione. Perché Fiore Manni, classe 1988, è una seguitissima conduttrice televisiva, nata su Sky e poi approdata sul canale Super!. Molte ragazze e molti ragazzi la conoscono grazie a Camilla Store o anche per Disegna con Fiore o Camilla Store Best Friends’, come per alcuni manuali usciti con DeAgostini. Tutto qua? No, Fiore ha una madre, Fiorenza Tessari, che è una famosa attrice cinematografica, così come lo sono i nonni che rispondono ai nomi di Lorella De Luca e Duccio Tessari. Lei stessa appare in Gemelline, un cortometraggio di Filippo D’Antoni. Resta da aggiungere il suo amore per i libri (sempre via madre), i fumetti e il mondo dei cosplayer. Insomma, il DNA non mente e vi si aggiungono anche elementi spiccatamente personali. A chiudere il cerchio della versatilità, forse mancano molte cose, ma non una bella capacità di scrivere storie intriganti. Una sola storia, per il momento. Quella contenuta in Jack Bennet e la Chiave di tutte le cose.

E qui altro segnale di predestinazione (al successo). Zerocalcare viene invitato a leggere Jack Bennet, e se ne innamora. Tanto che il romanzo è accompagnato da una  sua frase in fascetta: “Bellissimo e strambo. Mi è piaciuto un botto”.

Strambo il romanzo di Manni lo è sul serio. Forse l’unico paragone veramente calzante, per quanto rischioso, è col dittico di Alice firmato Lewis Carroll. A cui aggiungerei – per la parte avventurosa e lo stile – alcuni fra i romanzi firmati da uno dei nostri migliori autori per ragazzi, Pier Domenico Baccalario, e una abbondante spruzzata di Charles Dickens.

Ambientato in una Londra d’altri tempi, Jack Bennet e la chiave di tutte le cose narra di Jack, un ragazzino sui dieci anni, “decisamente sfortunato, sì, ma tanto caro”. Jack è orfano di padre e lavora nella tipografia del signor Winsor, per provvedere al sostentamento suo e della madre malata. Un giorno d’autunno incontra un personaggio eccentrico, vestito “di un viola così sgargiante che quasi feriva gli occhi in mezzo al grigiore della città e dei suoi abitanti”. In realtà è il “Padre di Tutte le Cose”, che gli propone di diventare il suo assistente. Gli dona perciò una chiave d’oro, “la chiave passepartout per aprire ogni serratura”.

Da qui inizia l’avventura di Jack, che grazie alla chiave può aprire ogni porta, portone, cancello ecc. ed entrare in altre dimensioni, dove la terra è un pianeta più o meno differente da come lo conosciamo. L’incarico principale è quello di “gestire mondi”, al posto e per conto del Padre di Tutte le cose.

In diciassette capitoli, veloci e ricchi di verve, Jack Bennet e la chiave di tutte le cose racconta il rocambolesco apprendistato del personaggio attraverso passaggi transdimensionali e cerca di tesori, condendo la trama fantastica con l’idea del diventare adulti, grazie agli amici incontrati lungo la storia e a pappagalli parlanti o draghi che adorano fare baratti, accumulare cose preziose.

Niente di nuovo, si dirà. Eppure la scrittura di Fiore Manni riesce a rendere elementi consueti in modo originale, catturando l’attenzione del lettore. Probabile che l’amore per il fumetto (oltre che per i romanzi) di genere fantastico e la capacità attoriale di immergersi nei personaggi, abbiano aiutato. Ma se il risultato è un romanzo avvincente come Jack Bennet e la chiave di tutte le cose, ben vengano simili riferimenti.

Sempre il 25 maggio, sempre a Bologna e sempre legato alla narrativa per ragazzi viene consegnato il premio “Critico in erba” legato al premio Strega ragazzi e ragazze 2018. Quest’anno, delle 83 classi partecipanti da tutta Italia, a vincere sono state la III B della scuola Primaria Due Agosto, per la categoria +6, e la III D della scuola Secondaria Leonardo Da Vinci, per la categoria +11, entrambe di Bologna.

Le due classi se lo aggiudicano per il report prodotto attorno all’incontro con uno degli autori finalisti del Premio Strega Ragazze e Ragazzi 2018, rispettivamente Io sono soltanto una bambina (Beisler), di Yutta Richter, e L’ultimo faro (DeA), di Paola Zannoner.

Luciana Cavina, Corriere di Bologna, Emanuela Giampaoli, la Repubblica di Bologna, Nicoletta Gramantieri, responsabile di Salaborsa Ragazzi, Nicoletta Maldini, responsabile della libreria Trame, Pierfrancesco Pacoda, Il Resto del Carlino, ed Elena Pasoli, exhibition manager della Bologna Children’s Bookfair hanno valutato tutti i lavori delle classi partecipanti,in qualità di componenti la giuria.

La premiazione inizia presso le Due Agosto, via Galeazza 55, alle 9, poi alle 12 è la volta delle Da Vinci, via dell’Angelo Custode 1/3.

Le classi riceveranno la collezione completa dei libri partecipanti allo Strega Ragazze e Ragazzi 2018 e l’attestato di “Critico in erba”.