Il nuovo soul power

Il concerto di Curtis Harding a Bologna e altri consigli

Curtis Harding in concerto a Bologna

Cosa: Il concerto di Curtis Harding e alcuni consigli musicali Quando: martedì 3 luglio, ore 21:00 Dove: Cortile del Casalone, Covo Club, Viale Zagabria, 1, Bologna Info: Sito Covo

Arriva a Bologna con il suo secondo album, Curtis Harding, un musicista ancora poco noto al grande pubblico che si sta facendo apprezzare per la capacità di fondere un genere “storico” come il soul con sonorità moderne. Martedì 3 luglio alle 21:00, nel cortile del Casalone in viale Zagabria, suonerà nella rassegna estiva del Covo Club.

Le sonorità di Harding riprendono aspetti funky e ritmici del soul con grande efficacia: sin da Next Time, brano di apertura dell’ottimo primo disco – intitolato, appunto, Soul Power -, proseguendo con il secondo Face Your Fear del 2017 con pezzi come Till The End e Need Your Love che riescono inserire fiati, melodia e spirito in composizioni dal fascino comunque vicino al pop, seppur elaborato. Completano la sua produzione brani più passionali, talvolta lirici, come Welcome To My World e Wednesday Morning Atonement. Curtis Harding, classe 1979, baffone folto e definito, è arrivato alla pubblicazione del primo album solo nel 2015 ma si sta rapidamente consolidando.

Interessante la sua collaborazione per l’album di cover Resistance Radio: The Man In The High Castle Album, che ospita tanti nomi di musicisti piuttosto affermati o comunque molto seguiti sul canale “alternativo”, come Beck, Sharon Van Etten, Grandaddy, Kevin Morby, Andrew VanWyngarden (MGMT), Norah Jones e altri due musicisti di ispirazione soul: Michael Kiwanuka e Benjamin Booker.

Idealmente si potrebbe vedere una continuità di rinascita del soul in questa generazione di artisti, pur con le loro differenze. Kiwanuka, più raffinato e forse anche un po’ più sofferente, pur essendo più giovane – è del 1987 – pure è al secondo album di studio e la prima uscita Home Again risale al 2012. Un disco di altissimo livello di cui vale la pena di ascoltare, per cominciare, Bones, Tell Me A Tale e I’M Getting Ready. Per l’album più difficile nella carriera di un’artista, Kiwanuka non ha poi deluso le aspettative con Love & Hate, che anzi va anche a confermare tutto quanto di buono si era già sentito, sviluppandolo. Ne segnaliamo l’energica Black Man In A White World e One More Night.

Forse un po’ più acerbi ma da seguire attentamente sono il già nominato Benjamin Booker – del 1989, anche lui al secondo disco -, che contamina il genere con il blues, il rock e il garage (da provare Violent Shiver), e Leon Bridges, il più classico di tutti, tendente  all’R&B, anche lui 1989, dotato di grande potenziale, di cui consigliamo la struggente River.