Tecniche di descrizione e interpretazione del reale: Nino Migliori a Palazzo Fava

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La mostra che segue le impreviste evoluzioni della società

 

nino-migliori-list01Cosa: La materia dei sogni, mostra fotografica
Chi:
Nino Migliori
Quando: fino al 28 aprile
Dove: Palazzo Fava, Bologna
Costo: 10 euro il biglietto intero, 7 o 5 euro se si ha diritto ad una delle riduzioni previste.
Info: www.genusbononiae.it

Nino Migliori, fotografo bolognese della classe 1926, ammette di essere da sempre incline a “lasciare la strada vecchia per la nuova” e in tal modo si concede ad un’indagine tuttora fruttuosa che segue le impreviste evoluzioni della società, ne prende atto, le documenta e ne estrae…

La mostra che segue le impreviste evoluzioni della società

  

 

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IN BREVE  Cosa: La materia dei sogni, mostra fotografica Chi: Nino Migliori Quando: fino al 28 aprile Dove: Palazzo Fava, Bologna Costo: 10 euro il biglietto intero, 7 o 5 euro se si ha diritto ad una delle riduzioni previste. Il biglietto consente anche l’ingresso a Palazzo Pepoli (Museo della Storia di Bologna) e a San Colombano (Collezione Tagliavini). Ha una validità di 24 ore a partire dal primo ingresso. Info: www.genusbononiae.it

 

di Antonio Tirelli

 

 

Nino Migliori, fotografo bolognese della classe 1926, ammette di essere da sempre incline a “lasciare la strada vecchia per la nuova” e in tal modo si concede ad un’indagine tuttora fruttuosa che segue le impreviste evoluzioni della società, ne prende atto, le documenta e ne estrae tutte quelle suggestioni che poi diventano arte.

Fino al 28 aprile Palazzo Fava offre un’antologia ricca e ben strutturata della sua opera, il cui percorso artistico abbraccia sia i modelli artistici di tipo realistico sia le sperimentazioni solitamente ritenute appannaggio delle avanguardie informali che hanno caratterizzato e tuttora informano l’arte contemporanea.

Non occorre essere del mestiere né “capire di arte” per godersi la mostra.
Migliori è artista di esemplare semplicità e molto spesso è meglio evitare le didascalie presenti nelle sale espositive, che talvolta complicano la visione delle opere piuttosto che chiarificarne le caratteristiche. Molto meglio iniziare il percorso dal breve ed efficace documentario proiettato all’ultimo piano del palazzo, in cui è lo stesso Migliori a spiegare al pubblico le sue intenzioni artistiche attraverso parole accessibili a tutti.

A mo’ di invito alla mostra e senza pretendere di essere esaustivi, ci fa piacere in questo breve articolo fare quattro esempi di quello che essa ha da offrirvi.

1. Da Gente dell’Emilia, 1959

Ecco il realismo, la fotografia apparentemente semplice e la composizione falsamente casuale.
Che nascondono quel sotterraneo equilibrio che solo l’arte può rintracciare fra le pieghe della realtà di paese.
Lo sguardo si muove da un fuoco all’altro del quadro senza perdere mai l’orientamento.
Il racconto lo conosciamo: il bar, il ritrovo.
Qualcosa da bere.
La sera che arriva e i manifesti di una bevanda famosa che nel dopoguerra vi prometteva il benessere definitivo.
Il centro della scena è quel bancone nemmeno tanto illuminato che vi consente di immaginare e vi invita ad entrare. E dopo un po’ che guardate, siete anche voi nel bar.

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 2. Da Il tempo rallentato. In vitro, 2009

Mostrare una natura morta e viva allo stesso tempo: una natura tolta dal suo più ovvio contesto (la terra) e sistemata in un ambiente artificiale, sotto vetro come nell’esempio che vedete ora oppure nei cellophane e nella plastica dei supermarket.
Mostrare il paradosso per cui la vita di un frutto o di un ortaggio viene fermata e alterata, cristallizzata – seppur momentaneamente – in un’altra forma e in un involucro che noi consideriamo naturale ma che è soltanto il prodotto della mano umana.

 

 

 

 

 

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 3. Da Muri, 1973

Di fronte ad un muro, dice Migliori, “l’uomo si disinibisce, sia che adoperi una moneta, una chiave per graffiare o un pezzo di gesso o una bomboletta spray, libera il suo inconscio, la sua gestualità ed è se stesso”.
Di fronte ad un muro ci si sente liberi di esprimere la propria opinione.
E dunque scritte, graffiti e manifesti sono o finiscono per essere interpretazione del mondo da parte della cosiddetta gente comune.
La fotografia, che in questo caso assume marcati connotati pittorici, diventa – perdonate il gioco di parole – interpretazione di un’interpretazione.
I muri di Nino Migliori sono un’intervista visiva, un sondaggio sugli umori e sulla percezione dell’epoca che ritraggono.

 

 

4. Da Orantes, 2011-2012

Il quarto e ultimo esempio è un’installazione. Ancora una volta vi trovate davanti ad una attenta riflessione sui diversi valori che gli oggetti possono assumere in base all’uso che di essi viene fatto.
Banalissime bottiglie di plastica vengono modellate e riprodotte in bronzo e da oggetti quotidiani di velocissima obsolescenza diventano vivi, in particolare assumendo la forma di figure antropomorfe in ginocchio davanti ad un immaginario altare.
L’altare del consumismo? Chissà…

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Nota: A chi volesse approfondire, segnalo il volume La materia dei sogni, edizioni Contrasto (2012). Relativo proprio alle opere in mostra, è la fonte utilizzata per le citazioni presenti in questo pezzo.

19 febbraio 2013

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