Il potere magico della voce di Bill Callahan

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Il musicista americano sarà a Bologna con un concerto il 18 febbraio 2014

 

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Chi: Bill Callahan
Cosa:
Concerto
Quando: 18 febbraio 2014
Dove: Bologna, Teatro Antoniano, via Guido Guinizzelli 3
Costo: 20 euro + prevendita, biglietti qui

di Andrea Marino

Il potere magico della voce. È nelle possibilità di ognuno usare la voce per modulare, esprimere e comunicare. È nelle capacità di pochi farlo per bene. È una assoluta rarità il tocco magico…

 

Il musicista americano sarà a Bologna con un concerto il 18 febbraio 2014

 

 bill-callahan-bologna

 IN BREVE Chi: Bill Callahan Cosa: Concerto Quando: 18 febbraio 2014 Dove: Bologna, Teatro Antoniano, via Guido Guinizzelli 3 Costo: 20 euro + prevendita, biglietti qui

 

di Andrea Marino

 

Il potere magico della voce. È nelle possibilità di ognuno usare la voce per modulare, esprimere qualcosa e comunicare. È nelle capacità di pochi farlo per bene. È una assoluta rarità il tocco magico. Leonard Cohen, in un picco di modestia, cantava “I was born like this, I had no choice, I was born with the gift of a golden voice”. Bill Callahan in genere non si sbilancia in sviolinate autocelebrative, ma lascia che sia la sua musica a dare alla voce tutto il risalto che merita.

Per Callahan la voce è sempre stata Lo strumento, ciò intorno cui tutto il mondo si dispone. È stato così sin dai primi dischi registrati come Smog. Lì le dissonanze erano frequenti e gli strumenti musicali presenti, ma la voce era il perno. È tanto più vero nelle ultime produzioni, da ben prima che Callahan smettesse di pubblicare con il nome d’arte. Già dal 2003, i brani si rarefanno sempre più, il lo-fi lascia sempre più spazio alla melodia e gli strumenti si ritirano progressivamente lasciando che sia il tono vocale a indicare le atmosfere.

L’ultimo lavoro di Bill Callahan, Dream River, uscito a settembre 2013, è una parziale rivincita delle percussioni, degli strumenti a fiato, dei comprimari della sua musica. Il precedente Apocalypse (2011), infatti, aveva ormai sottratto così tanto da lasciare quasi ovunque soltanto una chitarra lieve ad accompagnare, come nella struggente ed essenziale Riding for the Feeling. Raggiunto il grado zero della sua musica, Callahan con Dream River torna ad utilizzare un maggior numero di mezzi per le sue creazioni, pur lasciando inalterata la poetica fatta di nostalgia, sarcasmo, bar, partenze e languore.

Amatissimo da chi lo ama, non si può certo dire che Callahan abbia mai conquistato il pubblico mainstream, ma il disinteresse tra i due è probabilmente reciproco. Ripetitività in parole e musiche – vedi brani come The Well – e l’inclinazione verso l’incupimento non ne fanno il migliore amico dei Beliebers. Chi conosce l’uomo ma non ha ascoltato l’ultimo disco certamente apprezzerà lo spessore di Dream River, per chi invece ancora non ha incontrato uno dei più bravi cantautori in circolazione e ha voglia di lanciarsi all’ascolto, suggerisco alcune canzoni da spizzicare:

1. Cold Blooded Old Times (da Knock Knock del 1999, come Smog)
2. Bloodflow (da Dongs of Sevotion del 2000, come Smog)
3. Feather by Feather (da Supper del 2003, come Smog)
4. I Break Horses (da Accumulation None del 2002, come Smog)
5. Prince Alone in the Studio (da Wild Love del 1995, come Smog)
6. Say Valley Maker (da The River Ain’t too much to Love del 2005, come Smog)
7. America (da Apocalypse del 2011, come Bill Callahan)

E questo sotto è l’ultimo video ufficiale, con tanto di introduzione romanzata, buon ascolto. L’appuntamento è al Teatro Antoniano – ma il concerto è organizzato dal Covo Club – il 18 febbraio 2014, costo del biglietto 20 euro più diritti di prevendita.

12 novembre 2013

 

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