I fuorilegge della bonifica culturale temporanea

Un aperitivo creativo apre il tavolo per stilare una proposta di legge sul recupero di spazi in disuso

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IN BREVE  Chi: SenzaFiltro > Sorting For Different Arts Center  Cosa: proposta di legge per l’utilizzo di spazi temporaneamente in disuso  Quando: 21 febbraio 2014  Dove: Ex Samputensili, via Stalingrado 59 Photo Credits: Piccolo Formato (una delle associazioni della rete Senza Filtro)

Cosa farne adesso di tutto questo spazio? Vecchie fabbriche abbandonate, edifici cadenti lasciati in balia delle intemperie, sottopassaggi bui, aree verdi incolte, piazzali diventati discariche. “Ricettacolo di sporcizia e microcriminalità” dicono in tanti, luoghi dove fiorisce solo il “degrado”, per usare una parola tanto amata nella Bologna contemporanea. Cosa farne adesso di tutto questo spazio, rovinato e spesso inquinato? Niente. Esatto, niente. E probabilmente vi vengono in mente tanti non-luoghi che nella nostra città da anni invecchiano e si “ammalano” senza che nessuno intervenga. Niente, non si fa niente.

Alcuni sono spazi pubblici, altri spazi privati. Entrambi soffrono della sindrome da palla demolitrice, quella malattia logorante che li condanna a restare in perenne attesa del momento in cui un progetto si occuperà di riqualificarli, preferibilmente radendoli al suolo e ricostruendoli con altre caratteristiche. Se non fosse che al giorno d’oggi le palle demolitrici costano parecchio, a detta sia del pubblico che del privato, e la cosa più conveniente rimane – indovinate… – non fare niente.
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In questo scenario, che sembra rubato ad un’inchiesta sulla malasanità, si inserisce l’esperienza illuminante del SenzaFiltro, una rete di associazioni che invece di demolire hanno scelto di rivitalizzare uno di questi non-luoghi abbandonati, nello specifico la ex fabbrica Samputensili di Via Stalingrado, trasformandola in un centro di corsi sportivi, artistici, attività culturali e co-working. Prima, dopo e insieme a loro uno sciame di altre piccole realtà si sono rimboccate le maniche per rigenerare spazi cittadini in disuso, sia fisicamente che – cosa più importante – a livello sociale e culturale. Possiamo citare l’ex macello CAAB, l’ex scalo San Donato di via Larga, l’ex Fonderia in via Sante Vincenzi, ma tanti altri spazi a Bologna stanno conoscendo quella che i ragazzi dell’associazione Planimetrie Culturali, gli ideatori del SenzaFiltro, hanno evocativamente chiamato “bonifica culturale”.

Una definizione a mio avviso molto bella, che racchiude in sé tanti altri concetti quali la rigenerazione sostenibile, il riciclaggio urbano, il riuso funzionale alle caratteristiche di uno spazio, il ripristino di luoghi di scambio sociale. Un po’ di descrescita felice per luoghi che di solito marciscono -letteralmente- in attesa di essere demoliti. E invece vengono rivitalizzati, restituiti alle comunità, secondo le loro potenzialità, almeno durante questo periodo di attesa. La proposta di Planimetrie Culturali infatti è quella di una bonifica culturale temporanea, che agisca nel periodo di stasi tra l’abbandono e la riconversione, limitando in questo modo il degrado e le criticità in fatto di sicurezza, operando un vero e proprio riciclo sostenibile delle aree problematiche della città.

Sulla carta tutto perfetto, nel senso che una possibilità così sembra molto più concreta ed economica di altre soluzioni urbanistiche. Si consideri che queste attività vengono svolte a titolo gratuito all’interno di spazi “prestati” a titolo gratutito, e che quindi i costi rimangono contenuti. Quello che non è perfetto è il fatto che attualmente queste bonifiche non hanno un quadro legislativo a cui riferirsi, motivo per cui le grane accadono, nonostante tutte le buone intenzioni e le buone parole spese dalle pubbliche amministrazioni. Il SenzaFiltro ha avuto uno stop alla fine del novembre scorso a seguito di un’ispezione della Questura che ha rilevato la mancanza di alcuni documenti necessari ad un locale pubblico. Documenti, permessi e licenze costosi e burocraticamente impegnativi per chi ha già investito fortemente nel recupero di uno spazio (l’ex Samp copre 12.000 mq) e soprattutto l’ha fatto a carattere temporaneo.

Ciò che secondo Planimetrie culturali e le altre associazioni del Senza Filtro emerge da questo incidente è la necessità di una legge che chiarisca lo status delle bonifiche culturali e ne determini l’iter normativo tenendo conto del servizio svolto e della provvisorietà dell’intervento. Per discutere di questa proposta di legge il SenzaFiltro organizza venerdì 21 febbraio alle 19 un aperitivo creativo aperto a tutti negli spazi di via Stalingrado 59. “Sono benvenuti tutti coloro che intendono contribuire con i propri problemi, saperi e consigli inerenti all’attività di riciclaggio urbano per formare il tavolo operativo che costriurà la prima bozza da presentare alla Regione Emilia Romagna in primis e presso il Ministero dei beni e delle attività Culturali e del Turismo al più presto.”

Nessuno – credo – chiede che il SenzaFiltro operi come un locale senza avere i permessi di un locale. Anzi, l’essere “fuorilegge” è quello che irrita più di tutto i fautori della bonifica culturale temporanea. Quello che sembra davvero interessante in questa proposta è che una rete di associazioni e singoli voglia agire in maniera pubblica proprio dove il pubblico – volente o nolente – ha tirato i remi in barca, vuoi per mancanza di fondi, vuoi per l’avvicendarsi di amministrazioni con idee diverse sull’utilizzo degli spazi. Se si riuscisse a creare una sinergia proficua tra un piano regolatore comunale e le piccole realtà attive che animano il territorio (a volte da sole, spiace dirlo) si potrebbe dare una spallata al degrado senza tante risse e polemiche in strada, partendo dal consolidamento della rete sociale cittadina. Non si tratta più di un impegno economico, ma di uno sforzo di visione e coordinamento.

Qui il link per firmare la petizione su change.org
Vi invitiamo a partecipare all’incontro se avete idee ed esperienze da portare.
Per info e adesioni al tavolo (info@planimetrieculturali.org)

La gallery fotografica è realizzata dall’associazione Piccolo Formato

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16 febbraio 2014 

 

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