Finita la stagione dei festival, anche il fumetto cambia pelle

Giunto alla sua undicesima edizione, BilBOlBul modifica la sua formula festivaliera: restano tre giorni di incontri, ma si allunga a tutto l'anno

eric lambé bilbolbul

IN BREVE Cosa: BilBOlbul Festival Internazionale di fumetto – XI edizione Dove: vari luoghi, Bologna Quando: dal 24-26 novembre Immagini: In alto, Eric Lambé, dettaglio della copertina di “Paesaggio dopo la battaglia”; in basso, Stefano Ricci Info e programma dettagliato: BilBOlBul

Se il programma di BilBOlBul per l’edizione 2017 appare più stringato rispetto al passato, una ragione c’è.

Il Festival internazionale del fumetto da sempre di stanza a Bologna, pronto ad aprire i battenti dal prossimo 24 e fino al 26 novembre in vari luoghi della città, alla sua undicesima apparizione cambia pelle. Quasi, non del tutto, ma in buona sostanza è così.

Le avvisaglie c’erano già e si sono concretizzate nella mostra Mattotti. Primi lavori, ospitata dall’Accademia di Belle arti, inaugurata lo scorso 20 ottobre, così come nei manifesti, sempre a firma Mattotti, per il Bologna Jazz Festival. Nessuno dei due è un prequel del Festival, ma vi si connettono vivendo però una vita propria. In altre parole, BilBOlBul “mostra” alla città e ai suoi estimatori come sta cambiando, come cambierà, l’idea di realizzazione per tutti i partecipanti al cartello dei Festival del contemporaneo. Non più una serie massiccia di appuntamenti, che esaurisce la sua portata nei di giorni programmazione, ma una loro proposta snocciolata lungo tutta la durata dell’anno solare. Curato da Hamelin associazione culturale, BilBOlBul è il primo in ordine di tempo a sposare questa filosofia e a condensarla in uno slogan efficacissimo: “Un anno di BilBOlBul, tre giorni di Festival”.

Non vi è tradimento quindi rispetto al come è nata la manifestazione, che da sempre porta a Bologna autori noti e in formazione, opere legate alla tradizione e altre che tendono al suo superamento e alla commistione delle arti. Vi è invece una evoluzione del modulo sostenuta dall’amministrazione, che ha stanziato per essa 25mila euro spalmati su tre anni.

«C’è un passaggio sostanziale dal festival all’attività continuativa. Una città che si mostra capace di fare questo passo, è una città che dimostra di avere qualcosa in più. Forse c’è stato un momento in cui era necessario esprimersi per festival. Con le sue caratteristiche: la capacità di attrarre maggiormente media e operatori; la necessità di concentrare le attività in un tempo ristretto ecc. Credo che Bologna, oggi, sia così attrattiva e che le attività cittadine per la cultura siano così quotidiane che possiamo permetterci di non averne di Festival. Perché è Bologna il vero motivo di interesse culturale” dice l’assessore alla cultura Bruna Gambarelli. Sottolineando però come questa sia una fase di sperimentazione.

Che comunque nessuno si senta orfano di BilBOlBul come Festival internazionale del fumetto. I tre giorni novembrini ci sono e restano, con una offerta estremamente varia fra mostre e incontri, oltre che sempre interessante. Ragione per cui si rimanda al sito per una consultazione esaustiva del programma. Restano “per non venire meno alla funzione di incontro e confronto dal vivo della comunità che negli anni si è raccolta attorno a questo evento”, ma anche per offrire un nucleo che sia leggibile dai visitatori come “il punto di arrivo del lavoro di un anno e il punto di partenza per tutto il lavoro successivo” ci dice Emilio Varrà, portavoce di Hamelin.

Anche nella sua undicesima edizione il Festival si snoda attraverso percorsi tematici, alcuni dei quali propongono commistioni fra fumetto e altre arti. In primis con la musica. Per cui, oltre ai manifesti di Mattotti segnalati sopra, ecco “tutta una serie di progettazioni che si sono già incarnate in Due di noi, una performance di Stefano Ricci (disegni) e Pasquale Mirra (vibrafono e percussioni) andata in scena al Teatro San Leonardo per Angelica». Insieme i due stanno lavorando a Segnosonico, progetto promosso da Transbook children’s Literature on the move, dove dodici giovani musicisti (sei del liceo Musicale e sei del conservatorio) e altrettanti giovani disegnatori (sei dal liceo Artistico e sei dall’Accademia) si confrontano per arrivare a una performance conclusiva che si terrà presso l’auditorium Unipol domenica 19 dove le due arti entrano in dialogo.

«Crediamo sia molto utile perché accostandosi a un altro linguaggio si riflette sul proprio. Un elemento per noi molto importante».

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Sempre Stefano Ricci, questa volta con Giacomo Piermatti (contrabasso) e Vincenzo Core (live electronics), il 25 novembre alle 19.30 inaugurano presso Squadro la mostra Più giù, composta da centocinquanta disegni tratti dai volumi Mia madre si chiama Loredana e Più giù. Durante l’inaugurazione Ricci disegnerà dal vivo accompagnato dai due musicisti, che per l’occasione presenteranno Il sogno di mio fratello, il loro ultimo disco.

Il connubio disegno-musica trova un altro sbocco molto interessante il 25 novembre alle 21.30 da AtelierSì con Dandelion, performance che vede lavorare insieme la disegnatrice Elisa Talentino e la musicista canadese Julia Kent. Quest’ultima è molto conosciuta e apprezzata come violoncellista per Antony and the Johnsons, ma è anche una compositrice. Sue sono le musiche per Dandelion, performance che parte dal cortometraggio animato omonimo creato dalla Talentino e che si sviluppa nel live act. Per chi poi vuole avere una visione completa di questo connubio, durante le tre giornate di BilBOlBul, il corto sarà proiettato negli spazi della Miro Art Gallery di via Sant’Apollonia 25. Quello che scoprirà è una reinterpretazione poetica della bourrée a due tempi, danza popolare occitana. Sempre la Talentino realizzerà la nuova illustrazione per la porta di AtelierSì.

Sempre di musica e disegno si occupa il workshop Atmosfere narrative, presso CUBO Unipol. Qui un gruppo di ragazzi di un istituto artistico svizzero, guidati dall’illustratrice Silvia Rocchi, creeranno una tavola a fumetti partendo dall’ascolto di alcuni brani musicali.

Altro filo rosso, forse il più evidente di questa edizione di BilBOlBul, riguarda la centralità del comico nella costituzione del linguaggio fumettistico. E chi altro meglio di Jacovitti potrebbe rappresentare il concetto di comico nella nona arte? All’artista molisano, a vent’anni dalla scomparsa, viene dedicata la grande mostra antologica Jacovitti. Il teatrino perpetuo, realizzata dalla Fondazione del Monte, che inaugura anch’essa il 25 novembre. Al suo interno saranno esposte un centinaio di tavole che cercheranno di rappresentare la “sconfinata produzione” di questo autore, la sua irruente comicità e la sua ossessione per il racconto. Il titolo della mostra sottolinea una caratteristica di Jacovitti, quella di creare storie dove il movimento appare perpetuo, così da tenere distante “il fondo cupo nascosto dietro la comicità”. Su questo aspetto puntano alcuni degli interventi inediti raccolti nel catalogo omonimo, messo in vendita durante i giorni festivalieri e pubblicato da Fandango-Coconino press.

Jacovitti appare come uno dei molti maestri del fumetto, così caratterizzati nel loro lavoro, da aver lasciato pochi eredi, anzi nessuno. Per questo sarà molto interessante il convegno Il metodo Jacovitti, che il 26 a partire dalle 11 in Palazzo Magnani vedrà confrontarsi sull’arte di questo grande autore fumettisti contemporanei qual paolo Bacilieri, Maicol & Mirco, Luca Salvagno e Marco Taddei.

Nel filone del comico rientra l’opera di Fabio Tonetto, autore che spazia oltre il fumetto, lavorando anche con l’animazione, i montaggi fotografici e la scultura. Di lui Capodilucca Hub Creativo ospita dal 24 novembre una raccolta di lavori che ne dichiarano la vena surreale. Tonetto, con Mister Pira e Alessio Spataro, incontreranno il pubblico il 26 novembre dalle 14.30 per l’incontro dal titolo Ridere fino alle lacrime. Un incontro sulle nuove vie del comico a fumetti, presso l’auditorium Biagi.

Tornando a parlare di maestri del fumetto, da non mancare l’incontro con Enrique Breccia sempre il 26 e sempre in Auditorium, ma alle 16.30, intitolato Ritratto d’autore. Creato in collaborazione con Rizzoli, questa occasione permette al pubblico di incontrare uno dei maggiori autori argentini di storie a fumetti. Figlio di Alberto Breccia, altro gigante del fumetto internazionale, ne ha seguito le orme creandosi un segno e uno stile autonomo,  estremamente riconoscibile. Rizzoli ha da poco ripubblicato il suo Che, romanzo grafico che vede ai testi il compianto Héctor Oesterheld.

Tantissimo altro ci sarebbe da segnalare all’interno dei tre giorni di BilBOlBUl. Ci limitiamo a indicare la presenza di un giovane autore quale Néjib, uscito da poco in Italia con Stupor mundi (Coconino). Al di là dell’interesse suscitato dal libro, è bello vedere come Hamelin lo abbia inserito in un progetto inusuale qual è Di lingua in lingua-tradurre il fumetto. «La classe 4H del liceo linguistico bolognese Laura Bassi» ci racconta Varrà, «sta traducendo nuovamente il suo libro». Questo per poter poi confrontarsi direttamente con il traduttore ufficiale Stefano Sacchitella, questa settimana, e con lo stesso autore la prossima settimana».

Ci sarebbe da raccontare del percorso che unisce narrazione grafica e poesia. Come fa Eric Lambé nel suo Paesaggio dopo la battaglia (Coconino) premiato all’ultimo Angouleme, protagonista di Apparizioni/Sparizioni, mostra ospitata dal 24 novembre presso la Pinacoteca Nazionale di Bologna. O del lavoro sul linguaggio in chiave di non narratività che l’americano Connor Stechschulte propone nei suoi numerosi libri, autoprodotti o pubblicati da sigle quali Fantagraphics.

Ci sarebbe da sottolineare l’importanza del convegno dedicato al padre e precursore del linguaggio fumettistico, lo svizzero Rodolhe Töpfer vissuto nell’Ottocento e amico di Goethe.

Ci sarebbe da parlare delle venticinque e passa mostre che compongono BilBOlBul Off, che apriranno quasi tutte il 24 novembre, in una quasi replica della White night di Arte fiera.

Ci sarebbe tantissimo da segnalare e da ragionare, partendo da questi tre giorni di Festival e andando avanti poi per tutto l’anno.

16 novembre 2017

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