Hokusai Hiroshige Oltre l’Onda: a Bologna la splendida mostra dei due maestri dell’arte giapponese

Capolavori dal Museum of Fine Arts di Boston, al Museo Civico Archeologico fino al 3 marzo

Cosa: mostra Hokusai Hiroshige. Oltre l’Onda Dove: Museo Archeologico di Bologna, Via dell’Archiginnasio, 2 Quando: 12 ottobre 2018 – 3 marzo 2019 Orari: Lun 09:00 – 19:30, Mar CHIUSO, Mer – Ven 09:00 – 19:30, Sab 10:00 – 22:00, Dom 10:00 – 19:30 Costo: 14 €, gratis per i minori di 6 anni, 5 € da 6 a 17 anni, diverse altre riduzioni disponibili Info: oltrelonda.it

Ci sono diversi modi per vivere la bellissima mostra “Hokusai Hiroshige. Oltre l’Onda. Capolavori dal Museum of Fine Arts di Boston”. Immergendosi negli spazi dedicati del Museo Civico Archeologico di Bologna si è immediatamente avvolti dai paesaggi, le vicende, le figure delle xilografie dei due maestri giapponesi. La sensazione d’insieme è piena e totalizzante, lo sguardo può saltare da un’opera all’altra, lasciando che la percezione di ognuna completi e rinforzi la precedente. Il secondo passo avvicina alla singola opera, al singolo quadro denso della vitalità di un tempo affascinate e definito, e sono allora gli infiniti dettagli ad avvolgere lo spettatore, la delicatezza dei toni e dei tratti che sono la cifra che consente di raccontare una storia, e che fanno la storia stessa.

Le sale del museo accolgono con un odore ancora percettibile, e godibile, di vernice, poiché le sezioni tematiche in cui la mostra si snoda sono delimitate e contraddistinte da un uso accurato dei colori sulle pareti. Ambienti arancioni, grigi, azzurri, rossi che uniscono le opere e accolgono il visitatore. Partendo dalla prima sezione dedicata alle Trentasei vedute del monte Fuji che hanno reso Hokusai celebre in tutto il mondo, si prosegue per un’ampia mostra dei capolavori di Hiroshige, per un totale di duecentocinquanta opere. A definire la prima parte e introdurre le successive visioni, come un passaggio di testimone, uno spazio dedicato alle due “Grandi Onde”, l’icona inconfondibile opera di Hokusai, e al suo fianco la visione parallela di Hiroshige, non meno affascinante, che sviluppa il soggetto su un formato verticale, lo priva della presenza umana, conserva lo sfrangiarsi frattale della schiuma bianca, ma ingentilendone i confini. Nelle opere di Hiroshige, in generale, spicca l’originalità e la manipolazione delle inquadrature, che portano il soggetto in primo piano a stagliarsi su un paesaggio lontano, mostrando come l’artista sfruttasse le tecniche pre-fotografiche e fotografiche, sperimentando close-up e giochi ottici. Il percorso, da lì, prosegue con le Immagini di Viaggio, Tokaido e Kisokaido; Pesci, Molluschi, Crostacei ed Erbe, e ancora Fiori ed Uccelli; Vedute di Luoghi Lontani; Parodie e Umorismo, per concludersi con le Cento Vedute dei Luoghi Celebri di Edo.

Ukiyo-e: l’arte del mondo fluttuante
è la denominazione – ormai piuttosto celebre anche in Occidente – della corrente artistica che ha espresso il suo apice, nel XIX secolo, con Hokusai e Hiroshige. Una denominazione contenente altre possibili traduzioni, che finiscono per coesistere. La pittura della vita che passa, dell’attualità, e quella suggerita da Makoto Tominaga, console del Giappone intervenuto alla presentazione, che riporta a un mondo malinconico. Quella che preferisco, perché in qualche modo identifica la costruzione degli spazi all’interno delle diverse xilografie, l’attenzione per l’importanza da accordare al vuoto e il rapporto della natura con gli esseri umani che la abitano: una condizione di compresenza che rende conto dell’esistenza di entrambi, l’interdipendenza, e al tempo stesso l’indispensabile separazione. Una sensazione accentuata dalla resa particolare della prospettiva, in un dialogo peculiare dei piani.

Le grandi serie Ukiyo-e – oltre alle citate, le Cinquantatré Stazioni di Posta del Tōkaidō – includono altre icone come il Fuji Rosso di Hokusai, i “tre bianchi: neve, luna, fiori” e “Kanbara. Neve di Sera” di Hiroshige, e offrono uno sguardo sul mondo che coglie la poesia e l’ironia, la bellezza e il grottesco. Come sottolineato dalla curatrice Rossella Menegazzo, costruiscono quelle testimonianze che fissarono quel mondo in piccole rappresentazioni, quasi da cartolina, che nelle loro diverse copie favorirono la diffusione dell’arte nel mercato e nella fruizione anche popolare. Costituiscono, oggi, quei riferimenti, quegli stereotipi, che modellano anche la nostra idea dell’arte nipponica e del Giappone tradizionale. Oltre alle xilografie policrome, si possono ammirare alcuni disegni preparatori, particolarmente preziosi e rari, poiché nel momento della trasposizione sulle matrici di legno questi venivano distrutti.

“Quelle onde sono artigli, la nave vi è imprigionata, lo si sente”
Che questa mostra sia particolarmente adatta a creare un ponte fra l’arte orientale e quella occidentale, è una suggestione che rimane per lo più implicita, ma che viene richiamata anche direttamente dalla frase citata, di Vincent Van Gogh (che riprese da Hokusai precisi soggetti), impressa su una delle pareti del museo. L’idea stessa della mostra consolida la vicinanza e le reciproche influenze, le affinità in particolare con l’opera degli impressionisti e, più nello specifico, il ricordo della recente esposizione, patrocinata dal Comune di Bologna, che ha portato Giorgio Morandi in Giappone.

Merita una menzione anche il catalogo della mostra, realizzato anche questo con estrema cura. Oltre, naturalmente, alla riproduzione di tutte le opere esposte, presenta alcune comparazioni dedicate proprio all’incontro fra arte giapponese ed europea, e le traduzioni delle diverse poesie e delle altre scritte presenti nelle opere di Hiroshige e Hokusai.

La mostra “Hokusai Hiroshige. Oltre l’Onda” è al Museo Archeologico di Bologna (Via dell’Archiginnasio, 2) dal 12 ottobre 2018 al 3 marzo 2019. Curata da Rossella Menegazzo con Sarah E. Thompson, è una produzione MondoMostre Skira con Ales S.p.A Arte Lavoro e Servizi, in collaborazione con il Museum of Fine Arts di Boston, promossa dal Comune di Bologna | Istituzione Bologna Musei e patrocinata dall’Agenzia per gli Affari Culturali del Giappone, dall’Ambasciata del Giappone in Italia e dall’Università degli Studi di Milano.