A Caro Prezzo: la graphic novel di Baru racconta la nostra emigrazione in Francia

Nell’opera il Massacro di Aigues-Mortes, rappresentato con crudezza cinematografica, e la memoria nei legami familiari

CHI Baru COSA presentazione del graphic novel A Caro Prezzo (Oblomov edizioni) DOVE piattaforma Zoom/canale Youtube Alliance française QUANDO 4 marzo ore 18.00 Info e prenotazione afbologna.it

Si apre con un fatto di sangue, in ruvido bianco e nero, si chiude sulla preparazione e sul consumo dei cappelletti A caro prezzo (Bella ciao) ultima fatica di Baru, edito da Oblomov edizioni, la casa editrice di Igor Tuveri, in arte Igort. È il primo volume di una trilogia che l’autore ha voluto dedicare ancora una volta al mondo dell’immigrazione italiana in Francia. E in effetti le sue origini italiane si evincono dal cognome, che per esteso è Baruela, e dalla sua attenzione costante a questo tema specifico.

Proprio a ridosso della chiusura della mostra Ciao Italia! Un secolo d’immigrazione italiana in Francia (1860-1960), ospitata presso l’Alliance française di via de’ Marchi 4 a Bologna, Baru sarà presente (in maniera virtuale) per parlare del suo nuovo lavoro.

A dialogare con lui, il 4 marzo alle ore 18 sulla piattaforma Zoom e attraverso il canale Youtube della Fédération Alliances Françaises d’Italia, saranno i docenti Enrico Fornaroli (Accademia di Belle Arti di Bologna) e Clémence Muller (Liceo Galvani-Sezione internazionale francese ESABAC).

Come dicevamo all’inizio, Baru ha da sempre narrato il mondo dell’immigrazione italiana in Francia, avendone una esperienza diretta attraverso la sua famiglia. La sua attenzione a questo tema, allargato a quanto vivono gli immigrati provenienti dal Nord Africa, è una costante della sua produzione. Basti pensare a Gli anni Sputnik, a Quequette blues, al rabbioso Verso l’america, per citare solo alcuni titoli. Tutti titoli in cui, in maniera più o meno tragica, viene raccontata la vita di chi è emigrato in Francia dall’Italia o da altre parti del mondo mediterraneo. In questo nuovo progetto, dove a fare da collante pare essere l’avvicendarsi dei ricordi familiari, l’autore francese collega fra loro almeno tre storie, andando a creare non una cronologia dei fatti, bensì un rincorrersi della memoria, degli accadimenti e degli affetti.

Apparentemente scollegati fra loro, i fatti che vengono esposti nel primo volume di A caro prezzo si saldano prima che attorno all’“effetto memoria familiare” nel sottolineare il ruolo di emigranti spettato agli italiani. I nostri connazionali si sono spostati in Francia e in Belgio per trovare lavori di fatica già molto prima della metà del Novecento.

Baru apre quindi la sua narrazione con i fatti di sangue avvenuti il 17 agosto 1893 ad Aigues-Mortes, nella Camargue. Lì vennero massacrati degli immigrati piemontesi occupati nella raccolta del sale. Il poco lavoro di quel periodo insieme, probabilmente, al vino, accese di rabbia le anime francesi. Gli italiani vennero accusati di rubare il lavoro: come dire, nulla cambia sotto questo cielo, c’è sempre qualcuno che è terrone di qualcun altro. La nostra memoria resta troppo corta quando si tratta di ricordare come eravamo percepiti andando fuori dai nostri confini.

A questo primo tema, trattato con una crudezza cinematografica per la composizione delle tavole e l’uso del bianco e nero, Baru salda quello dei legami familiari. Nella seconda storia inserisce infatti la figura di suo nonno, prima come un elemento laterale della scena, una semplice macchia rossa mentre attorno sia accende la querelle su Bella ciao come canzone dei partigiani o delle mondine, poi dandogli spazio nel racconto di come decise di naturalizzarsi francese per non servire la patria italiana sotto il fascismo.

Da qui il tono del graphic novel vira verso la commedia più o meno anedottica e il memoir, strappando più di un sorriso. Ma è un sorriso che serve a far comprendere le ragioni di una scelta di campo politica nel raccontare tutti gli eventi, forse il lato anche romantico della questione. Quello in realtà giunge con la storia di Ezio Zampetti, di anni ventuno. Nel 1938, questo parente di Baru perde la vita da partigiano sul fronte dell’Aragona, nella zona di Gasp. Ezio è comunista perché suo padre lo era, per ammirazione nei suoi confronti, punto. Almeno, questo è quanto Baru mette alla superficie della narrazione. Il ricordo serve però al lettore perché abbia chiaro il percorso a ostacoli attraverso cui gli italiani emigrati in terra francese hanno ottenuto l’integrazione, il prezzo salato. Un percorso attraverso cui passano ancora oggi magrebini, arabi, est europei ecc. e che da noi pare fermo quasi alla tragedia di Aigues Mortes, non molto più in là.

È però tutto il racconto sul come ha avuto origine Bella ciao a essere indubbiamente il vero tratto di unione fra i vari racconti di A caro prezzo. L’autore francese mette in scena la doppia appartenenza del brano partigiano. Porta date e informazioni sul diritto di paternità, che dovrebbe andare a un canto di mondariso e non all’esperienza resistenziale. Ci aggiunge la polemica fra Giovanna Daffini e Vasco Scansani sul chi avesse scritto il testo. Suggerisce come la militanza partigiana della Daffini possa aver infiltrato la canzone in quegli ambienti. Alla fine aggiunge un altro tassello: la melodia della canzone ne ricorda una klezmer di inizi Novecento. Un certo Misha Ziganof se la porta dietro negli Stati Uniti, guarda caso terra di emigrazioni massicce.

Tutto questo serve a Baru per dire come il mondo si costruisca una serie infinita di eventi casuali e inspiegabili. Però questo non importa, conta il risultato. “Chi se ne frega in fondo di tutto questo guazzabuglio sulle origini… Importa solo alle teste d’uovo come me. Quello che conta davvero è ciò che Bella ciao ti comunica, sono i milioni di persone per cui è, e resterà sempre, un canto di resistenza…” fa dire al cugino Antonio, ricercatore all’università di Digione.

E i cappelletti in brodo che occupano il finale del libro? Un modo per tornare ancora una volta al cerchio degli affetti, per collegare privato e politico come si diceva una volta. Ma anche per dichiarare la propria provenienza, il dove si è formata la propria idea di mondo, che non ci abbandona mai.

Su afbologna.it il link e le coordinate per accedere all’incontro in Zoom. L’evento si svolge in partnership con Trame libreria bookshop, via Goito 3/c Bologna.

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