Torna a Bologna il Future Film Festival

Dopo due anni di pausa, ritorno al futuro

COSA: Future Film Festival XXI Edizione DOVE: Bologna, vari luoghi QUANDO: 8-12 dicembre 2021 INFO: futurefilmfestival.it

Il FFF è tornato! Il festival che racconta il futuro delle arti videocinematografiche, ovvero il Future Film Festival, si era preso una pausa lunga due anni. Praticamente sono stati “come centinaia di migliaia di video passati velocissimi nelle nostre vite”, per rubare la battuta alla direttrice artistica Giulietta Fara. “E gli schermi che offrono immagini e trame sono diventati tantissimi”. Cosciente di questo, FFF ritorna a Bologna, dopo una tappa modenese. Si adegua cioè alla frammentarietà del presente, a quanto ogni schermo de-forma della realtà.

Cambiato il periodo di svolgimento e con Doc Servizi come nuovo partner, è questa la sua nuova direzione di marcia. Che in questi giorni, dall’8 e fino al 12 dicembre, lo vedrà muoversi fra Dumbo, Cineteca, DMS e Das.

Proprio la Cineteca ha ospitato venerdì 10 una delle ramificazioni del redivivo FFF.
In Sala Scorsese, al mattino, si è tenuto in forma di tavola rotonda Futurepitch, momento di riflessione interamente dedicato ai progetti di animazione e FX, quindi serie, documentari, lungometraggi e cortometraggi destinati al mercato domestico ma anche a quello internazionale. Un momento rivolto espressamente ad autori e registi italiani. Un incontro che riprende alcune delle principali caratteristiche di FFF, giunto alla XXI edizione. Nello specifico, produttori ed esperti del settore fra cui anche Fabio Abagnato (Film Commission Regione Emilia-Romagna) e Silvia Sandrone (Project Officer, Creative Europe Desk Italy) hanno dialogato per circa due ore sul tema Quale futuro per le linee pubbliche e private a sostegno delle nuove produzioni nel cinema di animazione e FX. Ore utili, certo, soprattutto per comprendere che molta strada è ancora da fare. E sarebbe stato interessante vedere lo sviluppo “pratico” dell’incontro nel pomeriggio, quando avrebbero dovuto aver luogo le sessioni one-to-one fra i vincitori della call Futurepitch con alcuni produttori, fra cui RAI e Netflix.
Incontri che non si sono tenuti per la mole di invii, veramente mastodontica e inaspettata dicono gli organizzatori. Troppi per poter stringerli in una selezione. Quindi tutto spostato a febbraio.

Di sicuro molti si saranno consolati con il making of di Strappare lungo i bordi, serie creata da Zerocalcare (DAMSLab/Auditorium ore 16.30). Una anteprima assoluta per una serie che sta facendo schizzare ancora più verso l’alto la popolarità del fumettista romano.
Ma venerdì è anche la giornata in cui FFF rende omaggio a Kon Satoshi, regista fra gli altri di Tokyo godfathers e di Paprika, scomparso dieci anni fa. Alle 20 (Sala Scorsese) verrà infatti presentato il documentario Satoshi Kon, The Illusionist firmato da Pascal-Alex Vincent, ospite speciale di FFF. Il film è stato presentato all’ultimo Festival di Cannes e include interviste esclusive a registi quali Darren Aronofsky, Jérémy Clapin, Mamoru Oshii e altri ancora sul lavoro di Satoshi. Per chi volesse meglio capire l’importanza di questo regista, basta restare in sala. Alle 22.30 viene proiettato Perfect Blue, il suo primo lungometraggio. È la storia di Mima Kirigoe, popstar e idol, che scopre l’esistenza di Mima’s Room un sito dove, con inquietante precisione, vengono descritte le sue giornate nei minimi particolari. Il regista gioca a confondere i piani di realtà, mostrando anche uno dei tratti tipici della sua produzione: quella di mondi paralleli che si fondono fra loro senza senza soluzione di continuità, in un montaggio che prova a indagare la psiche dei personaggi e solo successivamente la realtà.

Alle 23 (DAMSLab/Auditorium) per la sezione Concorso lungometraggi da segnalare il film del brasiliano Cesar Cabral, Bob Spit: we do not like people (Bob Cuspe – Nós Não Gostamos de Gente). Un’ora e mezza di commedia mixata con spinnte da road movie ed elementi documentaristici, dove si incontrano animazione e stop-motion. Il tutto per raccontare le vicissitudini di un vecchio punk determinato a fuggire dal deserto apocalittico in cui è prigioniero. In realtà, quello che vediamo, è tutto nella mente del suo creatore, un cartoonist in crisi creativa. Il film è stato vincitore del Premio Contrechamp al Festival del Cinema di Annecy 2021.

Sabato 11 invece, se la sera (21.30, Sala Scorsese) è appannaggio pieno dell’anteprima italiana di The deer king, il nuovo film fantasy di Masashi Ando e Masayuki Miyaji, successivamente distribuito anche nelle sale italiane da Koch Media, la mattina merita di essere spesa per ritrovarsi a vedere Ezio Bosso: Le cose che restano, di Giorgio Verdelli (ore 10, Sala Scorsese). È un documentario che Verdelli ha costruito interamente su Bosso, questo musicista che è riuscito da sempre a entrare in empatia profonda con il pubblico della musica. Allievo di Claudio Abbado, Bosso è stato un sostenitore della musica come bene comune, a tal punto da puntare sì sulla sulla composizione e sulla direzione, ma per portarle il più possibile vicino alle persone. Nei teatri come in tv o sul palco di Sanremo. Un ritratto a tutto tondo, che rende merito all’artista e all’uomo.

Sempre restando sul versante delle proposte filmiche (il FFF è anche altro, ma la programmazione di sala è veramente interessante), alle 16 viene proiettato Lamya’s Poem, di Alexander Kronemer. È una pellicola che mescola animazione in 2D e in 3D, pittura e poesia, per raccontare la storia del poeta persiano Rumi, vissuto nel XIII secolo. Kronemer lo tratteggia come un giovane In crisi: rifugiato di guerra, deve trovare una nuova casa e affrontare i dubbi sul suo futuro mestiere di scrittore. La sua storia incrocia, nel tempo e nello spazio, quella di una bambina siriana dei nostri giorni, Lamya. Lei fugge dalla distruzione del suo paese, ma lungo il suo viaggio sente sempre più forte che vi è un legame fra lei e il libro di poesie di Rumi (replica domenica 12, ore 16, Sala Scorsese).
Ritorniamo un attimo a parlare di The deer king. Sia perché appare come un prodotto robusto come trama, sia perché è un fantasy che prende la sua storia dalla serie di romanzi di Uehashi poi adattati dalla Kadokawa come manga. Insomma, la pura catena di una narrazione che viene declinata in varie forme d’arte. Ma se Uehashi è l’autore dei romanzi, il character design è firmato da Ando, che quindi inserisce una sua forma di autorialità nell’autorialità del collega. Sono due ore di film, dove al protagonista Van accade veramente di tutto (replica domenica, 22.30, DAMSLab/Auditorium).

E visto che FFF è anche altro, bene sabato alle 15.30 al DAMSLAb/Auditorium vi suggeriamo un incontro da non perdere. Saranno infatti presenti
Vito Picchienna e Simone Silvestri. Detto altrimenti: il producer e il supervisore degli effetti visivi di Diabolik dei Manetti Bros, dal 16 dicembre nei cinema. I due saranno ospiti del Festival per il panel VFX DNA, ovvero le sessioni dedicate agli showcase di effetti visivi italiani. Sarà una occasione per scoprire ancora qualcosa sul film che tutti attendono al varco.
A seguire, lo AVFX Student Award, premiazione del miglior lavoro delle scuole di effetti visivi italiane, con proiezione della shortlist.

La chiusura ufficiale del FFF, domenica 12, è un omaggio tutti gli appassionati del lavoro di Hayao Miyazaki. Il DAMSLab/Auditorium infatti ospita la Maratona Conan Il Ragazzo del Futuro (ore 10-13/14.30-21). Sono circa dieci ore (625 minuti per la precisione) di una serie postapocalittica prodotta dal maestro dell’animazione giapponese nel 1978. Ambientata nel 2028 prende spunto dal romanzo per ragazzi di Alexander Key, L’incredibile marea, e racconta di un mondo in cui i superstiti di un enorme cataclisma sono costretti a vivere nelle poche terre emerse. Elemento che incastona perfettamente la serie all’interno del ciclo di proiezioni che il FFF ha raccolto sotto il titolo di Piano terra || Ground Floor e dedicate alla cinematografia d’animazione che denuncia il consumo di suolo, il disastro ambientale degli oceani inquinati, il mancato rispetto per l’ambiente. Da sottolineare infine come la serie non ebbe praticamente riscontro in Giappone, mentre in Italia pochi anni dopo venne baciata dal successo. Stesso successo che auguriamo a questo ritorno in campo del Future Film Festival.

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