Uomini piccoli, violenti, vigliacchi, di sinistra

ascanio celestini discorso alla nazione

La recensione di Marino del nuovo spettacolo che debutterà a maggio

  

ascanio celestini discorso alla nazioneChi: Ascanio Celestini
Cosa: Discorsi alla Nazione – Studio per uno spettacolo Presidenziale
Quando: prossimamente
Foto: ritaglio di un’immagine di Maila Iacovelli – Fabio Zayed/Spot the Difference
Infohttp://www.ascaniocelestini.it

“Discorsi alla Nazione” è uno studio per uno spettacolo. Il che significa godersi un Celestini in maglietta che dà la sensazione di essere come tra amici, senza travestimenti. Poi Celestini inizia il suo spettacolo ed è chiaro che in realtà non è esattamente la convivialità il sentimento che vuole…

La recensione del nuovo spettacolo che debutterà a maggio

 

ascanio celestini 2013

 

IN BREVE Chi: Ascanio Celestini Cosa: Discorsi alla Nazione – Studio per uno spettacolo Presidenziale Quando: prossimamente Foto: ritaglio di un’immagine di Maila Iacovelli – Fabio Zayed/Spot the Difference Infohttp://www.ascaniocelestini.it

 

di Andrea Marino

 

“Discorsi alla Nazione” è uno studio per uno spettacolo. Il che significa godersi un Celestini in maglietta che dà la sensazione di essere come tra amici, senza travestimenti. Poi Celestini inizia il suo spettacolo ed è chiaro che in realtà non è esattamente la convivialità il sentimento che vuole destare. L’aspetto amichevole della messa in scena assomiglia a una sonora “sveglia”, come direbbero a Roma, assestata in piena faccia. L’amicizia, qui, sta nell’onestà più che nell’accondiscendenza.

Attraversando alcuni temi cari all’autocritica di sinistra, Celestini sfagiola Discorsi alla Nazione soprattutto dal punto di vista di sedicenti uomini di sinistra, più che richiamando, in un modo che sarebbe stato fin troppo facile, i totalitarismi di destra.

Gli uomini rappresentati da Celestini sono uomini piccoli, violenti, vigliacchi, che si fanno schermo della propria violenza dietro dichiarazioni preliminari come “perché io sono di sinistra, però…”. Era strano sentirlo in una sala di San Lazzaro occupata da molte persone di mezza età. Tra gli spettatori c’erano molti di quelli che Celestini quasi accusava di non essere stati capaci di fare nemmeno una rivoluzione.

La sottomissione al ricatto, forse, è il filo di questo quasi-spettacolo, se rimarrà nella forma attuale. Il ricatto delle armi, della finanza, del potere. Il ricatto sociale che porta i più deboli a farsi la guerra tra loro per accaparrarsi le briciole dei potenti, prima in scala nazionale, poi, realizzando finalmente il sogno internazionalista, combattendosi tra pezzenti di tutto il mondo.

La violenza morale dei Discorsi alla Nazione è profonda. Va ad attaccare quegli spazi in cui si rifugia per sentirsi a posto con la coscienza. Snida chi difende il proprio cantuccio, il proprio metro quadro d’aria, ed è soddisfatto così, di sopravvivere a tutto danno del prossimo, fregiandosi comunque di un ideale che non ricorda nemmeno più bene come recita.

Semplificando, si potrebbe dire che Celestini ha messo in scena l’ipocrisia della sinistra, dei ministeri della difesa, dei politici di professione. A semplificare, però, si fa un brutto torto all’eleganza e all’intelligenza.

La recensione di Cristian Tracà allo spettacolo è qui.

29 gennaio 2013

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