Recensione di Sideways rain

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Botelho e le gocce di piogge parallele convincono il pubblico di Teatri di Vita

 

sideways-rain-recensione post01Regia: Guilherme Botelho
Produzione:
Alias
Cosa: Sideways rain, spettacolo teatrale
Interpreti
Fabio Bergamaschi, Joachim Ciocca, Adriano Coletta, Constance Delorme…
Quando: 20-21 aprile
Dove: Teatri di Vita

di Cristian Tracà

 

Pensi alla solitudine dei numeri primi, alle rette parallele che non si incontrano mai, ai paradossi nelle relazioni tra spazio e tempo che la virtualità…

Botelho e le gocce di piogge parallele convincono il pubblico di Teatri di Vita

 

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IN BREVE Regia: Guilherme Botelho Produzione: Alias  Cosa: Sideways rain, spettacolo teatrale  InterpretiFabio Bergamaschi, Joachim Ciocca, Adriano Coletta, Constance Delorme…  Quando: 20-21 aprile  Dove: Teatri di Vita

 

di Cristian Tracà

 

Pensi alla solitudine dei numeri primi, alle rette parallele che non si incontrano mai, ai paradossi nelle relazioni tra spazio e tempo che la virtualità e il postmoderno hanno portato in seno alla quotidianità dell’uomo, a partire già dalla più piccola percezione di se stesso nel mondo.

Guardi l’incantevole gioco di passaggi di Guilherme Botelho, andato in scena nel precedente weekend a Teatri di Vita, e trovi un silenzioso affresco della fragilità dell’uomo al cospetto delle mille frontiere che gli si aprono davanti, il suo salto nel buio scisso tra le frontiere del possibile, tra gli orizzonti della metamorfosi. Al cospetto anche di una forma che grida troppo poco la sua sofferenza.

Non c’è spazio per la parola: sono solo i corpi accartocciati, le capriole, la disperata ricerca di sfuggire all’inerzia di flusso per un caldo incontro tra le mani, che smettono quasi di cercarsi. Sideways rain. Proprio come gocce di pioggia che scendono, accomunate da una forza centrifuga di movimento e di caduta, le figure lacerano, con una quiete solo apparente (la deformazione espressionistica si legge in filigrana nell’aria vuota che tagliano con la corsa perpetua), lo spazio di espressione.

Nel loro raggio d’azione c’è la crisi orfica: se il cantore trace, pervaso dalla potenza della passione, riusciva a inondare di desiderio la luce e le ombre che lo circondavano, per i ballerini di Botelho non c’è speranza che i loro compagni di avventura parallela si voltino e spezzino il ritmo dell’incedere. Non tanto perché sia venuta meno una forza propulsiva, bensì per la trasformazione della comunicazione e dell’incontro in artificio.

Come nella deriva degli atomi di Epicuro i corpi in scena subiscono accelerazione e frenate, assecondando ora il ciclo inesorabile delle stagioni della vita dell’uomo, ora il capriccio del caso. C’è un gioco di linee, in un movimento che non smette mai di scorrere da sinistra verso destra, come se il regista e coreografo inscrivesse nei corpi i caratteri di un flusso di coscienza.

Le musiche di Murcof, con i suoi incroci tra classica ed elettronica, sposano bene la tensione tra silenzio e linguaggi che ruota attorno alla creazione visiva. Il pubblico a Teatri di Vita è quello dei grandi eventi, quello delle grandi occasioni nell’oasi artistica di Via Emilia Ponente: le grandi aspettative non vengono deluse e Alias colpisce di nuovo nel segno.

30 aprile 2013

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