Nirvana: Punk to the People in 60 scatti

nirvana-punk-to-the-people list01

Alla ONO Arte una mostra che racconta da vicino il mito grunge di Kurt Cobain e soci

 

nirvana-punk-to-the-people list01

Chi: Nirvana
Cosa: mostra fotografica Nirvana: Punk To The People
Quando: dal 12 dicembre 2013 al 28 febbraio 2014
Dove: Galleria Ono Arte, Via Santa Margherita 10
Costo: gratuito

di Erika Gardumi

 

Il 5 aprile del 1994 moriva a Seattle un musicista di nome Kurt Cobain, noto come leader dei Nirvana e padre del grunge, un ragazzo…

Alla ONO Arte una mostra che racconta da vicino il mito grunge di Kurt Cobain e soci

 

nirvana-punk-to-the-people post01

 

IN BREVE Chi: Nirvana  Cosa: mostra fotografica ‘Nirvana: Punk To The People’  Quando: dal 12 dicembre 2013 al 28 febbraio 2014 Dove: Galleria Ono Arte, Via Santa Margherita 10 Costo: gratuito

 

di Erika Gardumi

 

Il 5 aprile del 1994 moriva a Seattle un musicista di nome Kurt Cobain, noto come leader dei Nirvana e padre del grunge, un ragazzo divenuto in pochi anni icona di una generazione disillusa, alle prese con il disagio giovanile nell’epoca in cui la globalizzazione massificata cresceva inarrestabile verso il terzo millenio. Vent’anni dopo il viso sofferto di quel ragazzo di Seattle, suicida a soli 27 anni, è un simbolo, un volto di silenziosa resistenza, una bandiera per chi continua a intendere la musica come mezzo di espressione delle generazioni che non hanno altra voce.

C’è da aspettarsi che nel 2014 le celebrazioni per Cobain e per il mito dei Nirvana saranno numerose in tutto il mondo, motivo per cui la Galleria ONO Arte di Bologna ha pensato di anticipare i tempi dedicando alla band una mostra fotografica che inizia alla fine del 2013 per celebrare il ventennale dalla pubblicazione del terzo e ultimo album In Utero, oltre all’anniversario della morte di Cobain.nirvana-punk-to-the-people interno01

Questo permette alla mostra Nirvana: punk to the people, che sarà inaugurata negli spazi di via Santa Margherita giovedì 12 dicembre alle 18, di essere la prima esposizione italiana per il ventennale. Fino al 31 gennaio sarà possibile visitare i 60 scatti d’autore, firmati da fotografi quali Charles Peterson, Kevin Mazur e Kirk Weddle, che illustrano il periodo musicale e creativo che ha visto nascere, crescere e imperare il mito dei Nirvana.

La storia del gruppo comincia infatti qualche anno prima del 1993, precisamente nel 1987, quando i giovanissimi Kurt Cobain e Krist Novoselic, immersi nel fluido ispiratore dell’ormai storicizzato punk inglese, iniziano a lavorare al loro primo album, Bleach, che nel 1989 segna l’inizio di una nuova era musicale. Ancora tanta aggressività punk, ma con About a Girl i Nirvana aprono a sonorità più pop e più nitidamente convergenti in uno stile personale. Insieme a Cobain e Novoselic a quel punto appare anche il batterista Dave Grohl, tuttora attivo nel rock come leader dei Foo Fighters.

Due anni dopo Bleach arriva la consacrazione di Nevermind, l’album cult del gruppo, rappresentato dal celebre bambino immerso nell’acqua che insegue una banconota. I Nirvana diventano profeti per un movimento musicale che fermenta attorno alla città di Seattle, il grunge, che sfoggia nomi come Pearl Jam, Soundgarden, Mudhoney e rapidamente fa proseliti in tutto il mondo. Lo stile di Cobain & soci diventa un’etichetta senza marchio: jeans strappati, camicioni in flanella, capelli lunghi, look trasandato e sguardo disinteressato. La ribellione silenziosa dei ragazzi ad un mondo che si andava mercificando con l’avvento delle multinazionali.

Un pezzo di storia che molti di noi hanno vissuto tra i banchi di scuola e sulle pareti delle stanze, dove Kurt Cobain era il poeta maledetto che insieme a Jim Morrison ci insegnava a vivere la musica e la giovinezza come un nodo di significati profondi e struggenti. Eravamo ribelli perché non superficiali, non interessati all’apparire come ci chiedeva il mondo commerciale.

Ecco che nella mostra Nirvana: punk to the people ci siamo anche noi: the people. Davanti ai nostri occhi scatti che si addentrano, spesso con il favore del bianco e nero, nel mito del grunge made in Seattle, fatto di ritratti senza filtro, concerti immortali e frammenti di contro-cultura pop. Un’epopea che si regge sulla consapevolezza della fragilità del suo eroe, quel Kurt Cobain che l’anno prossimo compirebbe 47 anni. Ma, si dice, “It’s better to burn out than to fade away”: le parole di Neil Young scelte da Kurt per salutare il mondo sembrano un inno punk e riconsegnano la sua figura di anti-eroe alla storia e all’immaginario rock più immortale. Vedere per credere.

La mostra sarà aperta fino al 31 gennaio 2014, dal martedì al sabato: 10-13 e 15-21.30 e la domenica: 16-21. Per il periodo natalizio le aperture straordinarie sono: Lunedì 23/12: 10-13 e 16-20, Martedì 24/12: 10-13 e 15-19, Domenica 29/12: 16-21, Martedì 31/12: 10-13 e 16-20. La mostra sarà invece chiusa: 25, 26, 30 dicembre e dal 1 al 6 gennaio 2014.

Sempre in tema Kurt Cobain vi consigliamo di leggere la recensione del graphic novel “Kurt Cobain. Quando ero un alieno”.

 

10 dicembre 2013

 

 

 

LEAVE A REPLY

Please enter your comment!
Please enter your name here