Da Lanthimos e il Nuovo Cinema Greco a Salò di Pasolini, il novembre della Cineteca è crudele

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Al Lumière anche Gender Bender e l’alleggerimento di Schermi e Lavagne

 

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Cosa: Novembre 2015 in Cineteca, le nostre segnalazioni
Dove: Cineteca Cinema Lumière, via Azzo Gardino 65, Bologna
  

di Giuseppe Marino

 

“Cinema della crudeltà” è la definizione, mutuata da Truffaut, con cui si apre la rassegna integrale dedicata a Pasolini dalla Cineteca, che si svilupperà nell’arco di cinque mesi. All’interno del cinema crudele, per affinità tematiche ed espressive…

Al Lumière anche Gender Bender e l’alleggerimento di Schermi e Lavagne

 

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IN BREVE Cosa: Novembre 2015 in Cineteca, le nostre segnalazioni Dove: Cineteca Cinema Lumière, via Azzo Gardino 65, Bologna Immagine da The Lobster Info: http://www.cinetecadibologna.it/

 

di Giuseppe Marino

 

“Cinema della crudeltà” è la definizione, mutuata da Truffaut, con cui si apre la rassegna integrale dedicata a Pasolini dalla Cineteca, che si svilupperà nell’arco di cinque mesi. All’interno del cinema crudele, per affinità tematiche ed espressive, oltre allo stesso Pasolini si vedranno autori con Buñuel, Ferreri e Oshima, ma idealmente affine è anche l’altra rassegna che caratterizza il novembre al cinema Lumière, quella dedicata al Nuovo Cinema Greco, con al centro l’opera omnia di Yorgos Lanthimos. E cominciamo proprio da quest’ultimo.

Lanthimos è in sala col suo ultimo film The Lobster, premio della giuria a Cannes 2015. La filmografia dell’autore greco si sviluppa, fin dall’esordio nel 2005 con Kinetta, come un’opera radicale, dove figure svuotate e meccanicamente dirette rispecchiano l’ineluttabilità e ineludibilità delle pressioni sociali sull’individuo. Se con Kinetta Lanthimos pone le basi per il suo cinema “a tesi” con una messa in scena quasi priva di dialoghi, camera a mano, filo narrativo appena percettibile e tanta commiserazione per il genere umano, è con il successivo Dogtooth – Kynodontas (2009) che la forza dei suoi film comunica a farsi strada nel panorama internazionale. In un’atmosfera desaturata, crudele – di nuovo – e grottesca, la storia di una coppia di genitori che tiene i tre figli adulti, due femmine e un maschio, rinchiusi in una villa isolata; non costringendoli, ma educandoli semplicemente all’impossibilità d’uscire, riconducendo ogni evento alla grandezza del microcosmo che li ospita, piegando anche il lessico alle proprie esigenze, stravolgendolo e manipolandolo ove si ritenga (in)opportuno. Dogtooth è, per dettagli del racconto e senso oppressivo del tutto, l’opera più d’impatto, mentre Alps (2011) è un primo passo verso la declinazione più “distribuibile” delle raffigurazioni di Lanthimos. Niente a che vedere, comunque, con la piacevolezza: Alps racconta storie di perdita, assenza e impossibili sostituzioni affettive, mostrando l’estremizzazione di istinti, esigenze e paure, e procedendo al drenaggio silenzioso di quanto abitualmente costituisce l’individuo.

Nel 2015 The Lobster è la prima coproduzione europea con relativo cast internazionale (Colin Farrell, Rachel Weisz, John C. Reilly), dove Lanthimos non cambia e non sbaglia. Nel mondo di Lobster essere soli è vietato: avere un compagno o una compagna è considerata una cosa talmente ovvia e imprescindibile, che chi non si adegua a questa semplice regola viene privato della natura umana. Il regista si concentra sui legami sentimentali e sessuali, trovando negli stessi il veicolo per raccontare la necessità ad adeguarsi a modelli accettati e codificati, che non sono solamente quelli “ufficiali” o maggioritari. Ogni comunità esprime un complesso di costrizioni, finalizzate a inibire nell’individuo alcuna possibilità di scelta. The Lobster è anche più feroce nel mostrare un sistema di regole ormai totalmente interiorizzato. Si riesce a fuggire dal recinto di Dogtooth, ma oltre lo stesso, così come dentro l’individuo, ci sono limiti e costrizioni tanto radicati che non abbiamo la minima idea di come poterci immaginare senza.

Il programma completo di “Nuovo cinema greco”, al Lumière dal 12 al 19 novembre:

Giovedì 12 novembre 20.15
THE LOBSTER di Yorgos Lanthimos

Venerdì 13 novembre 21.30
DOGTOOTH a seguire THE CAPSULE di Athina Rachel Tsangari

Sabato 14 novembre 18.00
KINETTA di Yorgos Lanthimos
19.45 THE CLEANERS di Konstantinos Georgousis
Al termine incontro con Konstantinos Georgousis
a seguire ATTENBERG (Grecia/2010) di Athina Rachel Tsangari

Domenica 15 novembre 17.45
THE LOBSTER di Yorgos Lanthimos
20.15 CHEVALIER di Athina Rachel Tsangari
22.15 BOY EATING THE BIRD’S FOOD di Ektoras Lygizos

Mercoledì 18 novembre 22.00
ALPS di Yorgos Lanthimos

Giovedì 19 novembre 17.45
THE SLOW BUSINESS OF GOING di Athina Rachel Tsangari
22.30 UNFAIR WORLD di Filippos Tsitos

Fino all’8 novembre il Lumière ospita la (corposa) componente filmica di Gender Bender. Il festival internazionale presenta al pubblico italiano gli immaginari prodotti dalla cultura contemporanea legati alle nuove rappresentazioni del corpo, delle identità di genere e di orientamento sessuale. Il programma – qui nella sua completezza – prevede commedie, drammi, storie vere e visioni provenienti dai principali festival internazionali, oltre a spettacoli di danza e teatro, performance, mostre, incontri e convegni, concerti e party notturni.

Al centro della succitata rassegna su Pier Paolo Paolo Pasolini c’è Salò o le 120 Giornate di Sodoma, nella nuova versione restaurata. Dovrebbero vederlo tutti, eppure non è per tutti, che si tratta di uno dei pugni alla bocca dello stomaco meglio assestati dalla Settima Arte: una delle rappresentazioni più efficaci e disturbanti degli orrori e le aberrazioni del nazifascismo e del potere. In programmazione tutti i lunedì e i martedì e 14, 20, 21, 27, 28 novembre. Per altri appuntamenti bolognesi legati al quarantennale della morte di Pasolini, l’articolo è questo.

A formare la rassegna Cinema della Crudeltà, dal 21 al 29 novembre, una collezione di titoli di prima grandezza e forte impatto:

Sabato 21 novembre 20.15
PORCILE di Pier Paolo Pasolini

Mercoledì 25 novembre 22.30
L’ÂGE D’OR di Luis Buñuel segue UN CHIEN ANDALOU

Giovedì 26 novembre 18.00
LA GRANDE ABBUFFATA di Marco Ferreri
22.15 L’IMPERO DEI SENSI di Nagisa Oshima

Venerdì 27 novembre 18.00
I FIGLI DELLA VIOLENZA di Luis Buñuel
22.30 LA GRANDE ABBUFFATA

Sabato 28 novembre 18.00
LA PASSIONE DI GIOVANNA D’ARCO di Carl Th. Dreyer
Accompagnamento al piano di Daniele Furlati
22.15 DIES IRAE di Carl Th. Dreyer

Domenica 29 novembre 18.00
RAPACITÀ di Erich von Stroheim
Accompagnamento al piano di Daniele Furlati
21.15 TODO MODO di Elio Petri

Segnaliamo, infine e in (parziale) alleggerimento, la long version di Pat Garrett e Billy the Kid (martedì 17 ore 21.00), versione postuma del capolavoro di Sam Peckinpah musicata da Bob Dylan, rimontata sulle indicazioni del regista; per Schermi e Lavagne, la pluripremiata animazione brasiliana in tecnica mista Il Bambino che Scoprì il Mondo (8, 22 e 28 novembre alle 16.00), e l’ultima opera di Takahata, anch’essa una festa per gli occhi per lo spirito, La Storia della Principessa Splendente (sabato 21 alle 16.00).

Buone, crudeli visioni.

3 novembre 2015

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