Exit Through the Gift Shop

exit through the gift shop

Ironia e confusione nel documentario di Banksy

exit through the gift shopTitolo: Exit Through the Gift Shop
Regista: Banksy
Quando: 28 gennaio, Biografilm Art Night
Genere: documentario

Il film di Banksy è più articolato di un documentario su di sé o sulla street art. Ma è anche il modo più appropriato ed efficace per fare un documentario su Banksy e la street art, rispecchiandone lo spirito situazionista.

Thierry Guetta, francese trapiantato a Los Angeles, registra compulsivamente tutto ciò che vede e che vive, riprende ogni …

Ironia e confusione nel documentario di Banksy


exit through the gift shop

IN BREVE Titolo: Exit Through the Gift Shop Regista: Banksy Quando: 28 gennaio, Biografilm Art Night Genere: documentario

 

di Giuseppe Marino

 

Il film di Banksy è più articolato di un documentario su di sé o sulla street art. Ma è anche il modo più appropriato ed efficace per fare un documentario su Banksy e la street art, rispecchiandone lo spirito situazionista.

Thierry Guetta, francese trapiantato a Los Angeles, registra compulsivamente tutto ciò che vede e che vive, riprende ogni cosa, colleziona centinaia di nastri da chiudere dentro scatoloni e non rivedere mai più. Per un caso della vita diventa amico degli street artisti più importanti dell’occidente, e la prima parte di Exit Through the Gift Shop li segue al lavoro; sono bravi, divertenti, danno un piacevole senso di libertà e impegno creativo.  Nella seconda parte del film Thierry prende sempre più il sopravvento, documentando la nascita del suo alter ego Mr. Brainwash, deciso a diventare immediatamente una star sfruttando le sue amicizie e allestendo una grossa mostra immediatamente autocelebrativa.

Exit Through the Gift Shop riporta un intreccio di realtà e finzione raffinato e sostanzialmente inestricabile, fra ambigui filmati di repertorio e la creazione in diretta di eventi prestabiliti che il film trasforma in realtà. Il tutto a formare una critica dell’arte, e in particolar modo del suo mercato, dando vita a un riuscito prodotto artistico che tutto sommato rientra nelle sue tentacolari regole, che prevedono l’accettazione di tutto quanto riesca a far parlare di sé. L’altro ruolo nel dialogo è ricoperto dal pubblico, dapprima indifferenziato nel suo imbattersi casualmente in quadri e installazioni metropolitane che recuperano il valore dell’idea e del figurativo (dipingi un monocromo sul muro di un palazzo e avrai un muro riverniciato), quindi sempre più consapevole e selezionato, in un processo che vede inevitabilmente il crearsi di una riconoscibilità, l’uscita dall’anonimato e la costruzione di nuovi luoghi che conferiscano valore a ciò che contengono.

Tutto questo in un film divertito e divertente, che mostra i protagonisti arrampicarsi sui palazzi di mezzo mondo per lasciare le loro opere, o in sortite provocatorie dentro musei e parchi giochi, racconta le loro storie e contemporaneamente costruisce i personaggi, in una spirale d’idee che porta alla perfetta confusione dei punti di vista e delle possibilità di lettura.

 

25 gennaio 2012

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