Lo sguardo spietato di Kronoteatro sulla famiglia
Chi: Kronoteatro
Cosa: Hi Mummy
Quando: 18 e 19 dicembre
Dove: Teatri di Vita, via Emilia Ponente 485 Bologna
Info: 051566330
Nella passerella di compagnie che continuano a scegliere il palcoscenico di Teatri di Vita si inscrive anche Kronoteatro, il gruppo fondato nel 2004 ad Albenga (dove organizza da tre anni il ‘’Festival Terreni creativi’’) da un gruppo di giovanissimi attori, tutti uomini, assurti a protagonisti di una delle migliori proposte creative…
Lo sguardo spietato di Kronoteatro sulla famiglia

IN BREVE Chi: Kronoteatro Cosa: Hi Mummy Quando: 18 e 19 dicembre Dove: Teatri di Vita, via Emilia Ponente 485 Bologna Info: 051566330
di Cristian Tracà
Nella passerella di compagnie che continuano a scegliere il palcoscenico di Teatri di Vita si inscrive anche Kronoteatro, il gruppo fondato nel 2004 ad Albenga (dove organizza da tre anni il ‘’Festival Terreni creativi’’) da un gruppo di giovanissimi attori, tutti uomini, assurti a protagonisti di una delle migliori proposte creative degli ultimi anni. Sulle note registiche di Maurizio Sguotti, legati alla drammaturgia di Fiammetta Carena, questi protagonisti hanno portato in giro per i teatri uno studio sulla famiglia, che ha tutti i tratti della trilogia, di cui “Hi Mummy” appare come terzo capitolo. Il secondo atto, Pater familias, ha già parlato di sé agli spettatori bolognesi nella passata stagione.
Ancora una volta un teatro dominato dalla fisicità, dove il corpo è assoluto nucleo, di scena nella riserva artistica di Via Emilia Ponente, giunta quest’anno al ventesimo anno di attività. In questa prospettiva così radicalmente diversa dalla tradizione del teatro di prosa e di parola dell’Occidente è tale la subordinazione del verbo al gesto che non è difficile stabilire una relazione di subordinazione del tutto all’espressione intesa nel senso più concreto del termine. Dopo il precedente passaggio per il capoluogo emiliano con l’analisi spietata del senso del paterno si rimane all’interno delle mura domestiche, ma questa volta l’azione si svolge attorno alla figura della Madre: nessuna donna però in scena, come nella ferrea ‘regola interna’ di Kronoteatro. Con una scelta che sembra riportare al teatro elisabettiano sarà un uomo a vestire i panni materni.
Un soggetto maschile dai tratti torbidi, dal profilo non più giovane, incapace di emanciparsi dalla condizione filiale. Una prigionia all’interno del labirinto delle personali paure, ma anche di quelle illusioni rassicuranti che allontanano per un po’ il fare i conti con la realtà. Da vittima a carnefice il passo è però breve: la madre seducente e feroce divora le proprie creature e se ne nutre, quasi come il dantesco Conte Ugolino o, forse, la Medea tragica.
I figli, in questo spettacolo che va in scena il 18 e il 19 dicembre, si riducono a mere propaggini della sua dimensione espansa, lo spettacolo assume l’aspetto di una danza macabra. Perché in fondo per Kronoteatro la sintesi di movimento, immagine e parola è l’intreccio ideale per raccontare storie che partono da lontano, che fanno incontrare mito e quotidianità. Un nuovo appuntamento da non perdere per coloro che, come dicono a Teatri di Vita, amano sempre stupirsi.