L’assistenza religiosa, scolastica e sessuale

Il nesso fra tre notizie più o meno recenti su altrettanti tipi di assistenza

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IN BREVE Cosa: L’assistenza religiosa, gli asili nido e l’assistenza sessuale per disabili Dove: Emilia Romagna e Bologna

Una serie di eventi si inanellano senza un nesso evidente. Scopriamo oggi, su tutti i giornali, che in Emilia Romagna sono stati spesi negli ultimi quattro anni circa 9 milioni di euro per l’ “assistenza religiosa” negli ospedali. Si sa da tempo che a Bologna molti genitori fanno fatica a trovare un posto alla scuola materna, e che molti altri, anche se il posto lo avrebbero trovato, non se lo possono permettere. Capita, come avvenuto nel novembre scorso, che si progettino a Bologna dei corsi per formare assistenti sessuali per disabili, benché l’assistenza sessuale in Italia non sia regolamentata.

In tempi di ristrettezze economiche in cui il Comune ha appena chiesto ai proprietari di casa una mini-imu per riuscire a far quadrare i conti – c’è chi ha pagato qualcosa come 20 o 30 euro (in media sono 57 euro), il che fa pensare che il Comune sia davvero in difficoltà se queste cifre, benché moltiplicate per il numero dei proprietari (83.000), possano cambiare sostanzialmente il bilancio cittadino – ci si chiede se l’assistenza religiosa sia davvero qualcosa di imprescindibile e se valga effettivamente la cifra che viene spesa per procurarsela. Si parla di oltre 2 milioni di euro all’anno solo negli ultimi quattro anni.

Lasciando da parte la questione della mini-imu, verrebbe da mettere in relazione l’ingente spesa praticata dalle Ausl per fornire assistenza religiosa con la mancanza di altri tipi di assistenza. Per ragioni economiche, molti genitori che avrebbero bisogno di una scuola materna a costi accessibili non vengono di fatto assistiti.

Altrove, il problema non è economico ma essenzialmente umano, politico e probabilmente morale. Da più voci viene richiesta l’assistenza sessuale per i disabili: Maximiliano Ulivieri, a Bologna, porta avanti la battaglia da tempo. L’argomento è stato recentemente tematizzato da una produzione indipendente americana, The Sessions, di Ben Lewin, che pure ha avuto una certa eco, e dal film italiano The Special Need di Carlo Zoratti.

Ecco, la semplice elencazione di questi fatti: l’assistenza religiosa gratuita e capillare, la mancanza di posti negli asili nido a un costo accessibile e l’impossibilità, per chi ne ha tutta la necessità, di ricevere assistenza sessuale fa cercare un nesso. Cercandolo, purtroppo, si rischia di andare a pensare male. C’è la possibilità di finire col credere che a volte non è che i soldi non ci sono, ma che si decide di spenderli diversamente da come vorremmo. Potremmo addirittura ritrovarci a pensare che la Chiesa Cattolica in Italia sia un potere così radicato da poter indirizzare spese pubbliche sostanziose più di quanto non faccia già con l’8X1000, e che la sua influenza sia fondamentale nell’impedire che norme di progresso sociale possano essere attuate. Fortuna che si tratta, in realtà, soltanto di una serie di eventi senza alcun nesso.

 

28 gennaio 2014

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