‘Oasis – Manchester: the story so far’ alla ONO Arte

Oasis-ONOArte by-Jill-Furmanovsky list01

In mostra gli scatti di 20 anni di intensa storia musicale della città inglese

 

Oasis-ONOArte by-Jill-Furmanovsky list01

Chi: Oasis, Joy Division, The Smiths
Cosa:
mostra fotografica “Oasis – Manchester: the story so far”
Dove: Galleria Ono Arte, via Santa Margherita 10, Bologna
Quando: dall’ 11 dicembre 2014 al 18 gennaio 2015
Costo: ingresso gratuito
Info: sito Ono Arte

di Erika Gardumi

 

Gli Oasis stanno a Manchester come i Beatles stavano a Liverpool….

In mostra gli scatti di 20 anni di intensa storia musicale della città inglese

  

Oasis-ONOArte by-Jill-Furmanovsky slide01

 

IN BREVE  Chi: Oasis, Joy Division, The Smiths  Cosa: mostra fotografica “Oasis – Manchester: the story so far”  Dove: Galleria Ono Arte, via Santa Margherita 10, Bologna  Quando: dall’ 11 dicembre 2014 al 18 gennaio 2015  Costo: ingresso gratuito  Info: sito Ono Arte  Ph credits: ©Jill Furmanovsky

 

di Erika Gardumi

 

Gli Oasis stanno a Manchester come i Beatles stavano a Liverpool. Una proporzione piuttosto nota nei ruggenti mid-nineties, quando i fratelli Gallagher con il loro caschetto abbozzato e la smorfia indispondente erano sulla cresta della nuova onda brit-pop che avrebbe visto l’Inghilterra conquistare -nuovamente- il mondo della musica. Trent’anni dopo i baronetti di Liverpool, la lezione musicale del rock all’inglese era tornata alla ribalta con gli Oasis, senza nascondere le sue radici (il secondogenito del giovane Gallagher si chiama Lennon, e non per caso) e raggiungendo altrettanto presto lo status di fenomeno di costume.

Se proprio di costumi vogliamo parlare, ecco che qualche differenza la troviamo. E qui i Beatles stanno al cappottino come gli Oasis stanno alla giacca di jeans sformata. I fratelli Gallagher, con il loro leggendario grugno e il carattere irascibile facile alla rissa, sono espressione della working class di Manchester: una periferia spesso turbolenta dell’impero culturale britannico che forse proprio per questo aveva fatto fermentare nei suoi club suoni nuovi prima di tutti gli altri. Nel 1977 si formavano nell’area i Joy Division, nel 1982 i The Smiths, nel 1984 gli Stone Roses. Una gustosa escalation di suoni alternativi – intesi nel senso che la parola aveva prima di diventare un sinonimo di “trendy” – di cui gli Oasis costituiscono l’apice, anche se in termini di impatto più che di innovatività.

La mostra fotografica “Oasis – Manchester: the story so far” ospitata in questi giorni dalla galleria Ono Arte di Bologna ripercorre proprio la storia che dal 1976, anno in cui cominciavano a formarsi i Joy Division, conduce al 1996, anno in cui gli Oasis lasciano Manchester per Londra dopo il grande successo dell’album (What’s the story) Morning Glory. Solo che la storia è raccontata all’indietro, come un flashback progressivo che attraverso gli scatti di Jill Furmanovsky, Martin O’Neill, Pierre René-Worms e Stephen Wright racconta la Manchester fucina di musica di culto, un po’ acida e ispirata almeno quanto maledetta.

L’esposizione è aperta fino al 18 gennaio con orari: martedì e mercoledì 10-13 e 15-19.30, giovedì e venerdì 10-13 e 15-21.30, sabato 10-21.30 e domenica 16-21. Sarà invece chiusa il 25 e 26 dicembre e dall’1 al 6 gennaio compresi per le festività natalizie. Il 31 dicembre la chiusura è anticipata alle 18.30.

Per chi volesse fare un tuffo anche cinematografico nel Manchester mood (pronunciare “mancestah” alla Liam Gallagher) vi consiglio il bellissimo (e feroce) Control, film sulla nascita dei Joy Division e sul leader Ian Curtis. Anch’esso, non per caso, nello stesso bianco e nero, crudo e essenziale, che caratterizza molte foto di questa mostra.

12 dicembre 2014

LEAVE A REPLY

Please enter your comment!
Please enter your name here